DEFINIZIONE DI PITTURA
Definizione di pittura
secondo l'enciclopedia online Wikipedia
La
pittura è
l'arte
che consiste nell'applicare
pigmenti
sospesi in un elemento portante (o in un mezzo) ed un agente collante ad
un supporto come la
carta, la
tela, la
ceramica, il
legno o un
muro. Esiste
anche l'arte della pittura su tela oppure la pittura ad encausto. Il
processo in pratica consiste nel cospargere di colore una superficie.
L'insieme di forme, colori e segni risultanti possono avere lo scopo di
imitare la
realtà visibile
o di trasporre su una superficie elementi
metafisici o
astrazioni più o meno slegate dall'elemento figurativo. Chi dipinge è un
pittore o una
pittrice. Attualmente la pittura è una delle più apprezzate e conosciute
forme d'arte. I dipinti più antichi sono stati rinvenuti nella
Grotta Chauvet
in
Francia: la
loro realizzazione è databile a circa 32.000 anni fa. Sono realizzati
con
ocra rossa e
pigmento nero, e mostrano cavalli, rinoceronti, leoni, bufali e mammut.
Ci sono esempi di
pittura rupestre
praticamente in tutto il mondo. Il mito greco indica la nascita della
pittura a
Delfi..
L'occhio
Un matematico e fisico del
XIII secolo originario della [[Slesia]], scriveva che "L'occhio non può
comprendere la forma vera delle cose con il semplice sguardo
(''aspectus''), ma sì con l'intuizione diligente (''obtudus'')". Mentre
l' ''aspectus'', semplice visione esteriore, è sufficiente per la
pittura e gran parte della scultura,''obtudus'', inteso come sguardo
penetrante, raziocinante, è necessario ad esempio per comprendere
un'opera architettonica.
Pittura ad olio
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La pittura ad olio è una tecnica pittorica che utilizza pigmenti in
polvere mescolati con delle basi inerti ed oli.
Le sue origini non si conoscono: ne parlavano già Galeno, Vitruvio e
Plinio il Vecchio. Il Diversarum Artium Schedula di Teofilo è il più
antico ricettario di tecniche pittoriche: tra le altre, riporta anche
quella della pittura a olio. Questo contraddice la "leggenda", riportata
anche dal Vasari nelle sue Vite, che vuole Jan Van Eyck inventore dei
colori ad olio: è certo, invece, che i pittori Fiamminghi del XV secolo
perfezionarono questa nuova e prodigiosa maniera di colorire.[1]
Indice
1 Oli
2 Supporto
2.1 Imprimitura
3 Tecnica
4 Composizione chimica
5 Note
6 Bibliografia
Oli
Nel passato si
usavano vari oli: olio di lino crudo, olio di noce, olio di papavero e,
raramente, olio d'oliva. Sono da preferire comunque, gli oli vegetali,
leggeri e meno soggetti ad ossidazione: il più diffuso è l'olio di lino.
Questo viene utilizzato crudo nella preparazione e nella miscelazione
dei colori, talvolta con additivi siccativi. L'olio di lino cotto, dal
colore giallo paglierino intenso, pur asciugando più rapidamente
dell'olio crudo e permettendo così tempi più rapidi di esecuzione, ha lo
svantaggio di ingiallire eccessivamente le tinte.
Supporto
Per approfondire,
vedi le voci Pittura su tela e Pittura su tavola.
Tale tecnica può essere eseguita su supporti vari: fin dal Trecento,
come riferisce il Cennini, si usano tavole di legno, fino alla comparsa,
nel secolo successivo, delle tele. Altri supporti, più rari, sono il
cuoio, diffuso nella Venezia del XVI secolo, il rame, o la carta: oggi
si trovano in commercio cartoni telati o carte speciali, a grana grossa
e con scarsa permeabilità.
Imprimitura
Solitamente, si
preferisce dipingere su uno strato di imprimitura che renda uniforme il
supporto e che limiti l'assorbimento dell'olio, per una maggior
lavorabilità e scorrevolezza del colore. L'imprimitura più usata, fin
dai secoli passati, è il gesso, mescolato con colla, di caseina o di
coniglio, e una piccola parte di olio di lino cotto: la miscela deve
essere densa per formare spessore, ma allo stesso tempo fluida per
essere stesa. Questa imprimitura può essere utilizzata sia sulle tele
che sulle tavole.
La carta o il cartone possono essere preparati con una stesura di olio
di lino cotto, colla, vernice, oppure con i residui di colori a olio
presenti sulla tavolozza, ben impastati.
Oggi si trovano in commercio imprimiture acriliche, chiamate
impropriamente "gesso", poiché sono composte da medium acrilico e bianco
di titanio.
Tecnica
La tecnica
dell'olio risulta fra le più complesse nell'ambito delle tecniche
pittoriche, in quanto l'artista deve possedere una notevole padronanza
nella preparazione dei colori e nella esecuzione della pittura per
sovrapposizione degli strati. Esistono diverse varianti nella tecnica
dell'olio che in genere si riflettono pesantemente sul risultato finale
dell'opera pittorica; ciò con particolare riferimento alla diluizione,
mescolanza, deposizione dei colori sul supporto.
Dipingendo ad olio l'artista, salvo in quelle esecuzioni dette 'alla
prima', opera con una tecnica di stratificazione. Sul primo strato di
colore, detto 'abbozzo' o 'preparazione' vengono stesi gli strati
successivi, dati con colore più o meno a corpo e definiti nel linguaggio
pittorico con termini tecnici quali: velatura, mezzocorpo, frottage,
glacis etc...) Così operando il pittore deve sempre badare ad osservare
la regola detta del 'grasso su magro', ovvero: gli strati dovranno
essere sempre più ricchi d'olio quanto più ci si avvicina a quelli
finali. Questa tecnica di sovrapposizione richiede tempi più o meno
lunghi a seconda della quantità dei passaggi, in quanto per la stesura
di un nuovo strato occorre che quello inferiore sia asciutto. Non va poi
dimenticato che alcuni stili prevedono la stesura sovrapposta su strati
ancora non completamente asciutti. La diluizione del colore avveniva in
passato principalmente con trementine naturali (distillate ad esempio da
gemme di pino o fiori di lavanda) per gli strati più magri, olii per
quelli più grassi. Non va però dimenticato che nell'antichità spesso
l'artista utilizzava un proprio 'medium', termine con cui si definiva un
particolare diluente stabilito dal pittore, nella cui ricetta oltre
l'olio entravano resine quali la mastice o l'ambra, oppure la cera o il
litargirio. Oggi vengono utilizzati in prevalenza solventi quali
l'acquaragia sintetica. La stesura avviene e avveniva 'a pennello'; i
pennelli sono di norma in setola animale (cinghiale, tasso, cammello,
etc.).
Essendo questa la tecnica dominante della pittura classica sono stati
elaborati nel tempo innumerevoli stili, dal punteggiato allo sfumato,
che rispecchiano le tendenze espressive dell'artista nelle varie epoche
e nelle varie 'correnti'.
La tecnica ad olio permette di ottenere una impareggiabile brillantezza
del colore una volta che i pigmenti siano asciutti. Ciò costituisce un
punto di forza quanto a impatto visivo dell'opera ma, senza dubbio, pone
problematiche notevoli riguardo alla corretta illuminazione ambientale,
alla necessità di fonti di illuminazione per la diffusione della luce
anche naturale.